L’emergenza climatica è il minimo comune multiplo che sembra oramai accomunare gli esseri umani. Nel corso dei decenni la comunità scientifica ha provato a gridare sempre più forte l’urgenza di questo enorme problema economico e sociale. Eventi atmosferici La rottura degli equilibri naturali con eventi sempre più estremi hanno però ridato una nuova ugola a quel sibilo, così da farla diventare un urlo assordante.
In tutto questa situazione ogni paese sviluppato sta provando a suo modo di fare passi in avanti per la decarbonizzazione della propria economia attraverso investimenti mirati e consapevoli. Ricordiamo sempre che non è solo un problema per la salute delle persone, ma intacca duramente l’economia e la sicurezza. I costanti fenomeni climatici imprevedibili e distruttivi compromettono sempre più duramente il corretto funzionamento di un paese, causando massicce e incontrollate migrazioni.
Per poter dare una testimonianza di quanto l’Italia come paese stia contribuendo positivamente alla risoluzione di questa problematica, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato il documento per chiarire l’allocazione delle risorse ottenute dall’emissione del BTP GREEN 2045 nel marzo del 2021. Attraverso due differenti tranche il valore nominale complessivo era pari a 13.500 milioni di euro per un controvalore raccolto ai prezzi di emissione di 13.265,13 milioni di euro. Sia per la prima che per la seconda emissione sono stati raggiunti grandissimi risultati di richieste con una partecipazione di circa 530 investitori nel primo atto e 350 nel secondo (circa la metà ESG). La somma incassata è stata investita in sei differenti categorie indicate nel Green Bond Framework e sono:
- Fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e termica,
- Efficienza energetica,
- Trasporti,
- Prevenzione e controllo dell’inquinamento ed economia circolare,
- Tutela dell’ambiente e della diversità biologica,
- Ricerca.
Nell’articolo ci focalizzeremo sul terzo punto, andando a capire quali tipologie di investimenti è possibile fare per migliorare l’infrastruttura e insieme decarbonizzare il paese. L’intenzione finale è quella di mostrare su quali tecnologie l’Italia ha deciso di investire e quale sia l’impatto che queste obbligazioni possono avere sull’ambiente.
Nel grafico dunque viene riportato l’allocazione delle risorse nel periodo che va dal 2018 al 2021 e come si è deciso di implementare la sezione trasporti per cercare di rendere più efficiente ed ecologico il funzionamento delle varie città (e paese in generale).
La principale voce per grandezza di spesa va proprio alla categoria trasporti, ricoprendo il 57% della spesa complessiva. Gran parte di tale categoria è riconducibile a investimenti in conto capitale (infrastrutture ferroviarie, elettrificazioni di tratte ferroviarie, realizzazione di nuove tratte di Alta Velocità/Alta Capacità (AV/AC), e a contributi di sostegno alla mobilità ferroviaria (persone e merci). Quello che si è cercato di fare sono stati:
- investimenti per il potenziamento e il miglioramento della rete ferroviaria, volti a ridurre le emissioni di gas climalteranti e proseguire quindi nel percorso della decarbonizzazione e della transizione ecologica, percorso nel quale il trasporto ferroviario svolge un ruolo centrale,
- potenziamento del trasporto pubblico, al fine di diminuire il ricorso ai mezzi individuali riducendo in tal modo l’inquinamento atmosferico, in particolare nelle città, dovuto all’emissione non solo di CO2, ma anche di altri gas nocivi e polveri sottili
- riduzione della quota del trasporto merci su gomma, principalmente mediante investimenti e/o meccanismi di compensazione a favore delle imprese operanti nel servizio di trasporto merci.
Vediamo quindi un ammodernamento delle infrastrutture e veicoli ferroviari esistenti, un cambiare l’alimentazione del trasporto pubblico di massa per favorire l’elettrico (dove possibile altrimenti modelli a carburante fossile di ultima generazione) e incentivare la costruzione di metropolitane e filotranvie.
Due misure per migliorare il trasporto merci sono la SFTM (Supporto Traffico Ferroviario Merci) e “Ferrobonus”, i quali anch’essi spingono per una transizione del traffico merci della rete stradale a quella ferroviaria.
Non ci sono state infatti spese aggiuntive per trasporto merci su gomma come incentivi per l’acquisto di auto ibride o elettriche da parte di privati o aziende, proprio per ridurre il peso significativo nella criticità del sistema dei trasporti del Paese di questi mezzi.
Nei due grafici riportati vediamo come gli investimenti hanno avuto effetto sia per l’aumento del trasporto ferroviario in termini di chilometri percorsi considerato più ecologico rispetto altre metodologie, sia per l’impatto di emissioni evitate riconosciute come dannose per l’ambiente. Nel documento si sottolinea come i gas che principalmente causando effetto serra sono l’anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e ossido di azoto (N20) e come su queste vi sono stati fatti i calcoli. Le emissioni in g.v.km per autovettura e veicolo pesante sono state moltiplicate per il decremento dei veicoli-km su strada risultante negli scenari di traffico, determinando pertanto le emissioni totali annue evitabili grazie all’attivazione della nuova opera ferroviaria e alla conseguente diversione modale.
Per concludere c’è da sottolineare come l’amministrazione e la direzione politica siano fondamentale per poter rendere questi investimenti fruttuosi e utili per il nostro futuro, da esseri umani e da appartenenti ad una economia che necessità di risollevarsi.
La transizione energetica, la mitigazione degli effetti climatici e la preoccupazione della crescita della infrastrutturale statale sono aspetti fondamentali per riprendere un posto di rilevanza nell’economia mondiale. Se prima la sabbia nella clessidra scorreva accarezzandone il vetro, ora rischia di graffiarlo e romperlo.