Ne esiste una fornita dal sistema previdenziale italiano e una che ne andiamo a formare noi, complementare a quella esistente. La pensione complementare è ormai un requisito, un asset che non può essere visto come secondario in un paese con uno schema fragile del funzionamento del sistema previdenziale statale come quello italiano. L’attività di consulenza finanziaria aiuta proprio a dare una struttura solida e operare da muro di appoggio per quella fragilità intrinseca che non si può cambiare ma solo accettare delle prestazioni garantite dal sistema pubblico di base.
La costruzione di una pensione complementare parte necessariamente dalla profilatura del cliente, cercando di capire determinate caratteristiche che permettono di formare un portafoglio o una strategia generale che possa avere quelle caratteristiche sartoriali che un servizio privato fornisce. Un orizzonte temporale, la propensione al rischio e la necessità di liquidità stanno alla base per comprendere quale tipologia di prodotti devono essere acquistati e come gestire il patrimonio.
Il motivo dunque è creare un piano che possa fornire tranquillità futura e ad aumentare la liquidazione o l’assegno pensionistico una volta che si entrerà nella terza età. Proprio per questo, in quanto la base della forza viene data dal funzionamento dell’interesse composto, prima si inizia a costruire la nostra strategia e più ritorno avremo in futuro. Se un dipendente privato infatti nel 2020 percepiva il 72,5% del suo ultimo stipendio, nel 2040 si ritroverà con solamente il 60%. Vittima dello stesso problema, il lavoratore autonomo passerà dal 55,5% al 46% negli stessi anni. Come si può dunque mantenere lo stesso tenore di vita, tenendo anche conto di periodi instabili come quelli recenti, dove un aggiunta inflazione fa scendere ulteriormente il nostro potere d’acquisto, ridimensionando il nostro stipendio una seconda volta? Proprio per fornire gli ultimi dati riguardo l’asimmetria tra le diverse generazioni è come le persone nate nel 1960 andranno in pensione con un tasso di sostituzione del 71% mentre per coloro nati nel 1990 di circa il 48%. Inoltre, in Italia è presente una differenza salariale di circa il 20% tra donne e uomini, gettando ulteriore benzina sul fuoco dell’instabilità e disparità sociale del paese.
Si, è decisamente problematico.
La stessa tassazione potrebbe essere agevolata su determinati prodotti a seconda della tipologia di prodotti che si scelgono, andando da un 26% per classici investimenti fatti con allocazioni nel mercato azionario ad un 12,5% investendo in Titoli di Stato italiani. Generalmente il ritorno viene bilanciato appunto per la grande differenza di tassazione ma ci sono momenti storici in cui conviene investire più soldi in determinate caratteristiche dati dai movimenti di mercato. Per capire dunque come è preferibile muoversi, la scelta migliore è sempre quella di affidarsi ad un consulente finanziario, capace di gestire i nostri risparmi e la nostra tranquillità futura.
D’altronde, per ogni settore si necessita un esperto e negli anni sta diventando sempre più urgente una figura che ci possa salvare da questa situazione.
Con un servizio di consulenza finanziaria personale si offriranno prodotti analizzati anche per i costi che caricano sui clienti, scegliendo i più convenienti nel lungo periodo. Ogni percentuale di costo aggiuntiva andrà a togliere una percentuale del ritorno che avremmo ottenuto nell’anno, che sommando per un orizzonte temporale di lunga durata (parliamo appunto di pensione complementare) va a mangiare grandi quantità di capitale. Ecco che nuovamente la comprensione del costo del prodotto assieme a dove sia preferibile investire, richiedono la figura di un esperto capace di dare delle indicazioni e permettere un ritorno maggiore nel futuro.
Concludiamo con il riportare subito un vantaggio come quello della deducibilità fiscale in quanto per versamenti fino a 5.164,57€ si riceverà un rimborso a seconda del nostro scaglione IRPEF, deducendo appunto dalla dichiarazione dei redditi gli importi versati per la pensione integrativa.