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Pianificazione Finanziaria

Per prima cosa bisogna distinguere la pianificazione finanziaria da quella previdenziale. 

Ovviamente la prima va a comprendere la seconda ma non il contrario, e per questo quando si parla di pianificazione si va incontro ad una visione olistica del cliente come soggetto economico. 

La pianificazione infatti sarà possibile effettuarla prendendo tutti gli elementi che caratterizzano il cliente come le varie entrate ed uscite, le spese famigliari e i vari obiettivi che si vogliono raggiungere con vicino una costruzione di strategie di investimento presenti e future. La situazione finanziaria e patrimoniale deve essere analizzata così da poter calcolare a seconda degli asset e delle entrate disponibili (come delle uscite richieste) come e quanto destinare ad un eventuale prestito, quanto investire e quanto poter accantonare per sostenere spese ed eventuali imprevisti futuri. Portiamo dunque degli obiettivi sul tavolo sia che siano di consumo che di risparmio e cercare di quantificare un budget tramite la costruzione di un registro per entrate ed uscite.

Una tipologia di costruzione base potrebbe raggruppare in differenti macro categorie le spese ed i ricavi come:

  • Entrate (stipendi, liquidazione, pensioni o assegni di previdenza)
  • Spese e servizi per la casa (mutuo, prestiti, spese condominiali e utenze)
  • Spese per servizi finanziari (es assicurazioni)
  • Spese per generi alimentari e personali (prodotti alimentari, vestiti e prodotti per l’igiene)
  • Spese per svago (libri, film, vacanze, attività di vario tipo, cene)
  • Spese per trasporti e auto (abbonamento bus, biglietto del treno, carburante auto)
  • Altre eventuali spese se si hanno dei figli (giocattoli, babysitter, tasse scolastiche o universitarie)

Per concludere andiamo a capire come e perchè la pianificazione previdenziale sia compresa in quella finanziaria. Per poter comprendere quanto si vuole ottenere dal nostro fondo pensione complementare si deve comprendere quanto e quali uscite ed entrate si hanno nel corso della vita lavorativa. Informazioni come quelle elencate prima permettono di comprendere che tipologia di investimenti e con quali somme possono essere fatti, così da ottenere il tenore e la qualità di vita richiesta nella terza età. La pianificazione previdenziale quindi guarda il lungo periodo strizzando l’occhio alle esigenze che un investitore ha e deve affrontare nel breve e medio, cercando di armonizzare il tutto. Il Gap previdenziale è infatti una delle minacce future più presenti per le generazioni che verranno e anche quelle in età lavorativa oggi, lasciando come scelte, in mancanza di una attenta pianificazione, due differenti possibilità al cittadino che vorrebbe non rinunciare al suo tenore di vita ottenuto negli anni.

La prima possibilità è quella di lasciare il paese e ripiegare nella International Retirement Migration che altro non è che il goderci del nostro assegno pensionistico ridotto in un paese estero dove la vita costa meno (un esempio che abbiamo sono le Canarie). 

La seconda è che la macchina lavorativa italiana si riprenda e dia modo di rendersi appetibili agli italiani di rimanere, di coloro che vengono di restare e di quelli che vogliono venire di partire. Così facendo, dato il basso grado di fecondità italiana, il sistema a ripartizione sul quale si basa il sistema pensionistico può continuare a funzionare e dare una speranza per il futuro. Si deve comunque affrontare la problematica anche sulla grande lacuna di educazione finanziaria che l’Italia ha (25 su 26), non permettendo molte tipologie di investimento e comprensione di vie di uscita che alleggerirebbe il carico allo stato e al singolo.

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